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Macbeth da Shakespeare a Justin Kurzel

by - 10:27

Stelle, spegnetevi! Non rivelate il nero fondo dei miei desideri. L'occhio non veda ciò che fa la mano. Ma infine avvenga l'atto che, avvenuto, l'occhio inorridirà di vedere.
[Macbeth, Atto I, Scena IV]

Questo 2016 di letture inizia nel migliore dei modi. E in maniera a dire il vero inaspettata. Tutto nasce dal progetto lanciato dal bellissimo blog Scratchbook: una maratona shakespeariana che ci accompagni lungo tutto l'anno attraverso la lettura di 12 drammi del Bardo Immortale, in occasione del quattrocentesimo anniversario della sua morte avvenuta nel 1616. Inutile dire che mi sono fiondata su questo club del libro come le mosche sul miele. Soprattutto perché, a buon ragione, il mese di gennaio era dedicato a una delle più importanti  tragedie shakespeariane: Macbeth
E come non accompagnare alla lettura del libro la visione del film di Justin Kurzel che già agognavo di vedere sin dalla sua presentazione al Festival del cinema di Cannes?
Insomma, detto fatto: in un paio di giorni ho divorato il libro e ho adorato la pellicola cinematografica.

Portare sul grande schermo Shakespeare non è mai operazione facile.
Portare sul grande schermo una tragedia del calibro di Macbeth lo è ancora meno. Portare sul grande schermo una tragedia del calibro di Macbeth dopo registi come Orson Wells e Roman Polanski è decisamente una cosa da pazzi. Ma Justin Kurzel deve avere in sé qualcosa di decisamente folle e al contempo geniale: se si sbircia la sua filmografia si troveranno all'attivo davvero pochissime pellicole; eppure questo regista certamente poco noto al grande pubblico decide di sfidare (ma anche di omaggiare) i fantasmi di un passato letterario e cinematografico glorioso. E la sfida va a buon fine.

Micheal Fassbender e Marion Cotillard in una scena dal film.
Molte sono le scelte azzeccate che fanno di Macbeth un ottimo film. Innanzitutto la scelta del cast che vede Micheal Fassbender e Marion Cotillard nei ruoli di Macbeth e Lady Macbeth. Se Fassbender aveva già dimostrato in passato di possedere qualcosa di epico e inquietante al contempo nella sua recitazione (si pensi ad esempio a 12 anni schiavo o a Shame), qualche dubbio sussisteva ancora per la bellissima attrice francese la cui delicatezza, a mio parere, ha sempre superato la forza drammatica. Ma tutti i dubbi spariscono nel vederla in scena. La Cottilard riesce a restituire pienamente la grandezza di un personaggio quale Lady Macbeth: con la sua sete di potere, la sua malvagia inclinazione che quasi trascende le categorie del femminile così come tipicamente rappresentate, la sua tempra superiore a quella del marito. 

Kurzel sa amplificare le ottime doti attoriali dei suoi protagonisti restituendo loro delle vere e proprie scene madri, anche se questo significa scavalcare in qualche maniera la fedeltà al testo: si pensi ad esempio al sonnambulismo di Lady Macbeth (nel libro mostrata in una breve scena quale preludio della pazzia che la colpisce) sospesa anche visivamente tra i toni di un'allucinata e folle grandezza; o ancora all'inizio della narrazione gli splendidi monologhi del protagonista, tormentato dal desiderio di divenire re e al contempo dalla colpa di quanto sta per compiere e la sua immersione, di biblica memoria, nelle acque per purgare l'atrocità commessa

Accennavamo al problema della fedeltà al testo, cruccio di tutti i puristi shakespeariani: ebbene non c'è di che preoccuparsi. I dialoghi seguono in maniera rigorosissima le più conosciute traduzioni italiane (e pertanto un plauso va anche al lavoro di doppiaggio), con una scelta tanto lodabile quanto coraggiosa dal momento che il rischio concreto è quello di eludere una fetta di pubblico non inconsistente. La macchina narrativa inoltre è egualmente fedele, con qualche intromissione qua e là di scene più esplicitamente violente: quella dell'uccisione di Re Duncan ad esempio, quella della messa al rogo della moglie e dei figli di Macduff (di fronte a cui persino Lady Macbeth inorridisce), o il finale stesso con la morte del protagonista. La violenza e il sangue certamente esplodono sulla scena con una potenza a cui, in fondo, noi spettatori moderni siamo largamente abituati, ma che donano al dramma una forza visiva che se da un lato lo allontanano dal modello shakespeariano, dall'altro lo avvicinano ad altri modelli tragici, come quelli senecani, in cui la violenza e la grandiosità degli effetti visivo/emotivi erano parte integrante e fondamentale

Infine, ultima segnalazione incredibilmente degna di nota che voglio avanzare è la fotografia che, con i suoi costanti giochi di luci e soprattutto di ombre, pienamente restituisce quell'effetto di cupezza e dissolutezza che lo stesso Shakespeare paventava per la sua opera: l'ambiente restituisce l'immagine interiore dei suoi protagonisti.  La Scozia e suoi paesaggi mozzafiato sono parte integrante della narrazione visiva di questo film.
E il finale, con i suoi mille toni di rosso, colore del sangue, delle passioni viscerali, della vendetta, restituisce una visione drammatica tanto potente quanto offuscata. Un tiranno sarà pure stato deposto, e la pace sarà pure stata instaurata, ma ciò non fermerà quella carneficina che passa sotto il nome dell'ambizione umana: il figlio di Banquo è pronto a correre verso quanto gli è stato profetizzato dalle Streghe. Questo magari il Bardo Immortale non ce lo racconta, ma l'umanità che rappresenta non può dare adito ad altre possibili interpretazioni. 


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12 commenti

  1. Devo assolutamente vederlo (e magari prima ripassare un po' Macbeth per non essere del tutto impreparata alla portata letteraria del film)...

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    1. Si te lo consiglio! Io ho letto il libro dopo aver visto il film e devo dire che me ne sono pentita abbastanza. Avessi avuto la consapevolezza di molte cose che mi ha dato la lettura l'avrei certamente apprezzato di più.

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  2. Bellissimo questo post, mi farebbe venir voglia di correre a vedere questo film! Ma mi terrò a freno, lo vedrò solo dopo aver riletto Macbeth.

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    1. Per una shakespeariana accanita come te è d'obbligo ;) Grazie per essere passata! Fammi sapere cosa ne pensi del film, sono curiosa.

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  3. Anche io partecipo alla maratona (iniziativa geniale, tra l'altro) e giusto l'altro ieri mi sono arrivati i due volumi Einaudi che raccolgono sostanzialmente tutte le tragedie che leggeremo durante l'anno.
    Punto di dedicare questo weekend alla lettura di Macbeth per poi fiondarmi al cinema, dopo il tuo post non sto più nella pelle! ;)

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    1. Salve compagna di maratona shakespeariana! :D Meravigliosi i volumi Einaudi, li avevo visti in libreria ma, ahimè, i miei fondi scarseggiavano. Lieta di aver acceso la tua curiosità nei confronti di questo film, merita davvero! A presto, e grazie per essere passata :)

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  4. Eccomi, anch'io parte della Maratona e alle prese con il testo al momento. Sto centellinando. Leggo, rileggo, sottolineo, riassaporo, rileggo a voce alta. Mi è capitato di partecipare a una Masterclass sul monologo shakespeareano, e di preparare il celebre Venite, spiriti, della Lady. Un'esperienza totale, meravigliosa e forte.
    Attendo di aver letto e spero visto il film di Kurzel per commentare assieme a te.

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    1. Wow, che meraviglia! Quanto invidio la capacità e la possibilità di far letteralmente entrare dentro di te i testi letterari grazie al teatro! La visione del film immagino sarà operazione alquanto delicata per te che vieni da una realtà recitativa simile per certi aspetti ma profondamente diversa per altri, soprattutto se parliamo di testi nati per il teatro come questo.
      Attendo le tue impressioni :)

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  5. Eccomi a leggerti! Il mio parere su Macbeth non è altrettanto entusiasta, anzi, il film mi ha lasciato una strana sensazione di scontento che non so bene a cosa attribuire (Fassbender che non riesce mai del tutto a convincermi? Il confronto con l'esaltante lettura di Shakespeare?). Ho amato scenografie, costumi, musica e fotografia, ma nell'insieme mi è mancato qualcosa, anche se non posso certo bollare l'esperienza cinematografica come negativa.

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    1. Ho appena letto il post sul tuo blog! E dire che ero convinta potesse piacerti! Non so, effettivamente certi dubbi possono sussistere, nella fattispecie se ti aspettavi (o comunque preferivi) una recitazione più vicina al teatro che al cinema... Cosa che né Fassbender né la Cotillard sono in grado di portare avanti. Magari se ci fosse stato un vero attore shakespeariano le cose sarebbero andate diversamente. E poi, sì, il testo è sempre il testo, io l'ho letto dopo aver visto il film, tu prima, capisco le tue riserve in questo senso!

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    2. In realtà avrei preferito una scelta decisamente cinematografica, quindi anche un distacco dal testo nelle sue parti spiccatamente teatrali, quelle in cui di solito è la fisicità dell'attore sul palco a fare la differenza (vedi il monologo finale di Lady Macbeth), mentre il compromesso mi ha dato l'idea di poco coraggio nel portare avanti l'adattamento, forse per il gravoso confronto con un mostro sacro e le pretese del pubblico anglosassone che si aspetta di bisbigliare le battute davanti allo schermo (un po'come quando Benigni legge a noi la Commedia).

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    3. Poco coraggio, o molto coraggio? Questo è il dilemma :) Scherzi a parte, capisco i tuoi dubbi! Era un'operazione che poteva convincere oppure no, senza vie di mezzo probabilmente. Che dire? Ora ci tocca solo di vederlo a teatro! Personalmente non l'ho mai visto! Ho visto Amleto, Re Lear, La tempesta, Le allegri comari di Windsor, ma questo mi manca!

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