Qualche settimana fa, in occasione dei quarant'anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, vi avevo segnalato in questo articolo le migliori uscite editoriali legate alla figura di questo grandissimo poeta italiano. Tra questi, anche una graphic novel, intitolata appunto Pasolini scritta e illustrata da Davide Toffolo. Ecco, in occasione del Lucca Comics & Games non ho resistito e me ne sono accaparrata una copia, ed è così che oggi ve ne parlo in maniera più approfondita. 

La base narrativa, e ovviamente figurativa, su cui si pone la vicenda raccontata è quella di un incontro immaginario e impossibile tra due artisti: da un lato lo stesso Davide Toffolo e dall'altro lato Pier Paolo Pasolini, o meglio, il suo fantasma, un fantasma che possiede però la concretezza di peso, esistenza e pensieri dell'uomo.

Il poeta difatti ha ancora molte cose da dire e da confessare e ha bisogno di chi lo ascolti e lo comprenda: per questo sceglie di intraprendere "un'intervista impossibile" con il suo interlocutore, trasportandolo nei luoghi di quell'Italia che lo ha tradito ma che in fondo ha sempre amato: dal Friuli natio, alla Bologna dove intraprese gli studi liceali e universitari, alla Roma centro del suo lavoro culturale, fino all'Etna (o meglio il deserto dell'Etna, come lui lo chiamava) set e ispirazione del suo lavoro cinematografico. 

Il dialogo voluto con Toffolo inoltre tocca le più diverse corde: dal rapporto di Pasolini con la madre e soprattutto col padre, alla produzione poetica e in seguito cinematografica, fino a quel pensiero critico e antropologico che egli si creò intorno all'Italia e al suo potere che lo portò ad esser disprezzato e temuto dalla borghesia del nostro paese, dai suoi dirigenti, e anche dal restante panorama intellettuale. Un dialogo che dalla concretezza delle pagine iniziali si fa sempre più simbolico e sfumato: il pensiero e il fantasma di Pasolini si incarna di volta in volta in animali simbolo della sua poetica (il coccodrillo, il cane) fino a perdere sempre maggiore consistenza man mano che l'interlocutore recepisce a pieno il suo messaggio, per tornare ad essere il fantasma che ormai non può che essere. 

Si intravede pienamente lungo tutto il testo la profonda conoscenza che Toffolo possiede del pensiero pasoliniano: nella narrazione incontriamo moltissimi riferimenti poetici (non sempre di facilissima identificazione, ma spesso chiariti a nota o a margine) e cinematografici (trovo molto brillante ad esempio l'idea di inserire una riproduzione dei fumetti che lo stesso poeta disegnò per lo storyboard di La terra vista dalla luna); così come si evidenzia pienamente quel senso di sincero dolore nutrito per la perdita di un uomo, un poeta, un intellettuale, unico nel nostro Paese, e che il nostro Paese ha contribuito ad ammazzare ancora prima della sua reale morte fisica. 

Nella loro essenzialità di un bianco e nero, tradito alle volte da accesissime note di rosso, i disegni tradiscono molto bene le atmosfere ruvide e dolorose di una vicenda impossibile, sfumata, ma non per questo meno reale. È vero difatti ciò che è stato notato altrove, cioè il fatto che il Pasolini disegnato da Toffolo sembra alle volte così indeterminato e paradossale da ricordare più un personaggio di un suo film, piuttosto che la vera persona del poeta. Ma questo a mio parere si ascrive nella volontà di dare una personale interpretazione da parte dell'artista di una figura che in fondo ancora oggi si presta a mille interpretazioni possibili. 

Direi che il risultato è ben riuscito. Di certo il libro non è adatto a chi si affaccia adesso alla figura pasoliniana, io stessa (che comunque un'esperta non sono) ho avuto alcune difficoltà di interpretazione del testo, laddove esso diventava più sfumato e simbolico. Ma è davvero un'ottima cosa che la Rizzoli Lizard abbia deciso di ripubblicare questa graphic novel edita per la prima volta nel 2006 dalla Coconino press.