Leggere Lolita a Teheran - Azar Nafisi
Con un certo ritardo sono giunta alla lettura di questo libro della Adelphi uscito nel 2007. Ma meglio tardi che mai, come si suol dire. E niente di più vero per quello che può a mio parere essere considerato un grande classico della letteratura iraniana contemporanea.
A metà tra romanzo, resoconto autobiografico e saggio di critica letteraria, Leggere Lolita a Teheran è un libro che tutti gli amanti di una vita libera e consapevole dovrebbero leggere.
Leggere Lolita a Teheran
di Azar Nafisi
Adelphi
Collana: Gli Adelphi
Traduzione: Roberto Serrai
Pagine: 379
Prezzo: 12€
Data di pubblicazione: 2007
La vicenda è ambientata perlopiù a Teheran, capitale iraniana, a cavallo di un ventennio di grandissimi cambiamenti per questo paese: tra il 1979 e il 1997. Gli anni della caduta dello scià, dell'instaurazione della Repubblica, della presa al potere da parte dell'Ayatollah Khomeini, della Guerra del Golfo contro l'Iraq, della pace infine apparente ma mai interiore.
E protagonista di tutto questo è una docente di letteratura inglese all'Università di Teheran, la stessa Azar Nafisi insieme al gruppo più affezionato delle sue studentesse, che faranno della letteratura il luogo di una irriducibile libertà.
Letteratura e Storia si intrecciano continuamente in questo libro, combattendosi e tentando di leggersi reciprocamente. Nabokov, Fitzgerald, James, Austen raccontano attraverso le passioni umane e viscerali dei propri personaggi ciò che accade storicamente in Iran; ognuno di questi grandissimi scrittori, demonizzati perché simbolo di una cultura occidentale decadente, è in grado di far esplodere dalle proprie pagine tutte le contraddizioni dell'umano agire, che è per sua natura universale:
Ciò che in Iran avevamo in comune con Fitzgerald - anche se allora non ce ne rendevamo conto - era proprio il sogno, che divenne la nostra ossessione e finì per prendere il sopravvento sulla realtà, un sogno bello e terribile, impossibile da realizzare, in nome del quale si poteva giustificare e perdonare qualsiasi ricorso alla violenza. «I sogni» dissi rivolta a Nyazi «sono ideali perfetti, compiuti in se stessi. Come si può sovrapporli ad una realtà imperfetta, incompleta, in perenne mutamento? Si farebbe la fine di Humbert, che distrugge l'oggetto dei propri sogni; o di Gatsby, che distrugge se stesso».
Ma non solo la Letteratura è immagine della Storia e dei suoi sommovimenti, ma essa è anche immagine e specchio di noi stessi, della nostra personale condizione di libertà. Quanto più sarà possibile discutere di letteratura, tanto più noi saremo liberi: ed è per questo che Manna, Mashid, Nassrin, Yassi, Azin, Mitra, Sanaz e la professoressa Nafisi si riuniscono "clandestinamente" ogni giovedì per mattina per discutere di Lolita e di Orgoglio e Pregiudizio, trovando nella letteratura quello spazio che una società mostruosamente patriarcale ormai non concede più loro; è per questo che Il Grande Gatsby può essere sottoposto ad un vero e proprio processo da parte degli studenti più reazionari, con tanto di accusa e difesa, perché simbolo di un Occidente che ha fatto della decadenza morale un valore. Lo scopo della professoressa Nafisi è sempre quello di far discutere dei testi, per farne emergere le pieghe più rivoluzionarie:
In questi romanzi l'immaginazione è equiparata all'empatia, alla capacità di immedesimazione: non possiamo vivere ciò che hanno vissuto gli altri, però in letteratura siamo in grado di comprendere anche i personaggi più mostruosi. Un bel romanzo è quello che riesce a mostrarci la complessità degli individui, e fa sì che tutti i personaggi abbiano una voce; è allora che un romanzo si può definire democratico - non perché sostiene la democrazia, ma per la sua stessa natura. L'empatia è il cuore di Gatsby come di molti altri romanzi - non c'è niente di più riprovevole che restare ciechi di fronte ai problemi e ai dolori altrui. Non vederli significa negare la loro esistenza.
È davvero tante, preziose cose questo libro: un resoconto storico sugli anni peggiori dello stato iraniano, e sul confronto generazionale tra donne che hanno conosciuto la libertà e donne alla quale è stata negata sin dalla nascita; un resoconto di un amore: per la letteratura, per la cultura, per la libertà, per la propria patria, nonostante tutto; un resoconto di un'amicizia destinata far permanere per sempre nello spirito la propria memoria: quella tra Azar Nafisi e le sue studentesse, ma anche quella della protagonista con il proprio mago e confidente di una vita.
Tutto è raccontato con una delicatezza di linguaggio e una lucidità che risultano sorprendenti. Traspare davvero dalla prosa della scrittrice tutta la delicata pesantezza che la migliore letteratura possiede e il modo in cui, pur nel dolore raccontato, ci rende liberi:
«Tutte le grandi opere di narrativa, per quanto cupa sia la realtà che descrivono, hanno in sé il nocciolo di una rivolta, l'affermazione della vita contro la sua stessa precarietà. Ma è nel modo in cui l'autore riaccosta la realtà e ne acquisisce il controllo dando origine a un mondo nuovo, che questa rivolta prende forza: tutte le grandi opere d'arte, avrei dichiarato con solennità, celebrano l'insubordinazione contro i tradimenti, gli orrori e i tranelli della vita. La perfezione e la bellezza del linguaggio si ribellano alla mediocrità e allo squallore di ciò che descrivono. Ecco perché ci piace Madame Bovary e piangiamo per Emma, perché leggiamo avidamente Lolita e il nostro cuore si strugge per la sua piccola, volgare, poetica, sfacciata eroina» Dissi ciò tutto d'un fiato, sorpresa dal mio stesso fervore.
Perdonate le troppe citazioni, dovreste vedere in che condizione di segni e sottolineature versa la mia copia del libro.
8 commenti
Complimenti Roberta ha scritto una recensione stupenda! Grazie per il consiglio, sicuramente farà parte delle mie prossime letture. E grazie per avermi fatto scoprire questo libro. La libertà e la cultura è una cosa in cui credo fermamente.
RispondiEliminaGrazie mille a te Michela per le belle parole :) Anche per quanto mi riguarda sono valori imprescindibili e necessari e il libro fa emergere ciò con una pienezza a volte commuovente. Sono certa che lo apprezzerai, ma fammi comunque conoscere la tua opinione quando lo leggerai! Io intanto confido di continuare a leggere nuovi libri della Nafisi.
Eliminaho sempre un po' snobbato questo libro, chissà perché...Forse perché mi fa venire in mente quel tipo di storie commerciali blandamente politiche alla Khaled Hosseini (che comunque credo sia afghano). Credo di aver sbagliato tutto e di non aver capito niente.
RispondiEliminaLo metto in wish list ed elimino il mio pregiudizio ;)
Ti capisco! Quando dico che a me Il cacciatore d'aquiloni non è proprio piaciuto la gente mi guarda come se avessi la peste. Ti assicuro che siamo lontani anni luce. Azar Nafisi è una donna di grandissima competenza letteraria (insegna ancora in un college americano se non sbaglio) storica e politica. Le sue parole sono delicate ma mai banali, e vanno sempre al punto delle cose. Non te ne pentirai, ne sono certa :) Anche se sono quasi 400 pagine scivolano via tra le dita.
EliminaMa che bella questa recensione!! La mia migliore amica mi consigliò questo libro tipo cinque anni fa, memorizzai il titolo, ma non ebbi mai occasione di leggerlo...Ora credo si arrivato il momento, le tue parole mi hanno incuriosito moltissimo!!
RispondiEliminaGrazie mille Alenixedda :) quando lo leggerai fammi sapere cosa ne pensi!
EliminaCiao Penny! Anch'io scopro ora il tuo blog...mi sono aggiunta ai tuoi lettori fissi e per me sarà un piacere seguirti...
RispondiEliminaPersonalmente ho adorato "Leggere Lolita a Teheran" e credo che dovrebbero leggerlo tutti. Ora non vedo l'ora di tornare in Italia per acquistare il nuovo libro della Nafisi!!!
Ciao Antonella, mi fa molto piacere che ti sia unita a noi :) Il nuovo libro della Nafisi dopo la lettura di Leggere Lolita a Teheran è finito dritto dritto nella mia wish list. Speriamo bene!
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