It looks like a book #2 - I consigli di lettura del giovedì.
Secondo appuntamento della rubrica di consigli di lettura, It Looks Like a Book. Dai, sono riuscita a mantenere in vita una rubrica per due settimane di seguito, direi che è già un record.
Lo scorso giovedì avevamo visto un quartetto internazionale tutto al femminile. Oggi invece voglio proporvi un quartetto tutto al maschile, e soprattutto nostrano. Noto sempre di più che gli scrittori italiani contemporanei attraggono meno di quelli stranieri, ed è un vero peccato, perché questa mancanza di interesse (che non saprei esattamente a quale causa attribuire: pregiudizio? Scarsa attrattiva? Preferenza per il "porto sicuro" delle pubblicazioni internazionali e degli autori rinomati? Sarebbe interessante indagarlo) può far perdere di vista ai lettori dei piccoli gioiellini.
È il caso appunto dei quattro autori che vedremo oggi, tutti giovani, o più o meno giovani, conosciuti o più o meno conosciuti (certo, se non leggete mai italiani la vedo difficile), ma soprattutto fortemente apprezzati dalla critica.
Paolo Cognetti
Le otto montagne
Einaudi
208 pp.
18,50€
Paolo Cognetti è uno degli autori più apprezzati del panorama nostrano dell'ultimo decennio, e conosciuto al pubblico soprattutto grazie alla raccolta di racconti Sofia si veste sempre di nero (minimum fax), finalista al Premio Strega 2013. Dopo aver appunto coltivato per molto tempo i racconti, eccolo approdare alla forma romanzesca grazie alla storia di due ragazzi Pietro e Bruno, diversissimi tra loro, ma accomunati dall'orizzonte delle montagne: uno trascorre lì le proprie estati, attraverso avventure e scoperte, l'altro invece, benché giovanissimo, si occupa del pascolo degli animali. È così che inizierà per entrambi un percorso di conoscenza e di scoperta, e poi di crescita e di allontanamento, per tornare infine all'eredità della montagna.
Andrea Bajani
Un bene al mondo
Einaudi
144 pp.
16,50€
Di nuovo nel catalogo Einaudi, di nuovo con un giovane e apprezzato scrittore (per il quale personalmente stravedo): Andrea Bajani. In questo breve romanzo, dalla splendida copertina, lo scrittore costruisce per noi un micro universo: quello di un paese nascosto sotto una montagna, vicino ad un confine misterioso. Qui vivono un «bambino che ha un dolore per amico» e una «bambina sottile» che ne custodisce il dolore, dona al bambino per prima l'amore per la sua fragilità, e lo aiuta a crescere insieme a lei. Andrea Bajani è sempre in grado di infondere una delicatezza incredibile nelle proprie storie, e in questo caso riesce a raccontarci una vicenda universale, che ha a che fare con le debolezze e la mancanze che ognuno di noi si porta dietro nella propria vita, tentando costantemente di nasconderle. Quando invece dovremmo accettarle e viverle, per ritrovarci.
Giorgio Vasta - Ramak Fazel
Absolutely nothing
QuodLibet
291 pp.
29,50€
Giorgio Vasta è a mio parere una delle presenze più enigmatiche e affascinanti nel panorama letterario odierno: possiede un sapientissimo, a volte quasi ermetico, uso della parola e una mente lucidissima. Absolutely nothing nasce inizialmente come un reportage che lo scrittore e il fotografo Ramak Fazel compiono lungo ottomila chilometri attraverso i deserti americani di California, Arizona, Nevada, New Mexico, Texas e Louisiana. Tuttavia l'immaginario del deserto cambierà nell'autore il baricentro della narrazione, trasformando il reportage in un viaggio all'interno del proprio immaginario, in una scrittura a cavallo tra fiction e non fiction, riflessione e autobiografia, accompagnata dalle fotografia di Ramak Fazel. Il tutto sotto l'egida del ritratto di uno dei paesi più controversi al mondo, L'America, dei suoi miti e dei suoi spazi, anche narrativi.
Carne mia
Roberto Alajmo
Sellerio
296 pp.
16€
Manco a farlo di proposito, l'ultima doppietta di oggi si chiude con due autori della mia città, Palermo. E proprio di Palermo parla questo libro di Roberto Alajmo, giornalista e scrittore apprezzato, nonché da un qualche anno direttore del principale teatro stabile della città, il Teatro Biondo.
Carne mia, come già era accaduto con il precedente libro di Alajmo È stato il figlio, si butta nelle viscere della città, in particolare in quel quartiere popolare che è Borgo Vecchio, così vicino al salotto bene di Palermo. Siamo negli anni '90 e al centro di tutto troviamo la famiglia Montana, che vive grazie ad una bancarella abusiva di frutta e verdura nel microcosmo autarchico del quartiere. Quando da un giorno all'altro i due giovani fratelli Montana dovranno portare avanti "l'attività" di famiglia, però, le cose inizieranno a cambiare: Franco, il figlio più piccolo, si butterà a capofitto nel lavoro, Enzo, il più grande, invece, diventerà sempre più inaffidabile, estorcerà soldi alla madre insieme alla fidanzata, avrà due figli, e chi più ne ha più ne metta. La narrazione di Alajmo è come al solito dura e tagliente, e pone al centro realtà non molto diverse dalle quelle di tutti noi, dove la famiglia, i soldi, la meschinità, gli interessi particolari prevalgono sempre.
Andrea Bajani
Un bene al mondo
Einaudi
144 pp.
16,50€
Di nuovo nel catalogo Einaudi, di nuovo con un giovane e apprezzato scrittore (per il quale personalmente stravedo): Andrea Bajani. In questo breve romanzo, dalla splendida copertina, lo scrittore costruisce per noi un micro universo: quello di un paese nascosto sotto una montagna, vicino ad un confine misterioso. Qui vivono un «bambino che ha un dolore per amico» e una «bambina sottile» che ne custodisce il dolore, dona al bambino per prima l'amore per la sua fragilità, e lo aiuta a crescere insieme a lei. Andrea Bajani è sempre in grado di infondere una delicatezza incredibile nelle proprie storie, e in questo caso riesce a raccontarci una vicenda universale, che ha a che fare con le debolezze e la mancanze che ognuno di noi si porta dietro nella propria vita, tentando costantemente di nasconderle. Quando invece dovremmo accettarle e viverle, per ritrovarci.
Giorgio Vasta - Ramak Fazel
Absolutely nothing
QuodLibet
291 pp.
29,50€
Giorgio Vasta è a mio parere una delle presenze più enigmatiche e affascinanti nel panorama letterario odierno: possiede un sapientissimo, a volte quasi ermetico, uso della parola e una mente lucidissima. Absolutely nothing nasce inizialmente come un reportage che lo scrittore e il fotografo Ramak Fazel compiono lungo ottomila chilometri attraverso i deserti americani di California, Arizona, Nevada, New Mexico, Texas e Louisiana. Tuttavia l'immaginario del deserto cambierà nell'autore il baricentro della narrazione, trasformando il reportage in un viaggio all'interno del proprio immaginario, in una scrittura a cavallo tra fiction e non fiction, riflessione e autobiografia, accompagnata dalle fotografia di Ramak Fazel. Il tutto sotto l'egida del ritratto di uno dei paesi più controversi al mondo, L'America, dei suoi miti e dei suoi spazi, anche narrativi.
Carne mia
Roberto Alajmo
Sellerio
296 pp.
16€
Manco a farlo di proposito, l'ultima doppietta di oggi si chiude con due autori della mia città, Palermo. E proprio di Palermo parla questo libro di Roberto Alajmo, giornalista e scrittore apprezzato, nonché da un qualche anno direttore del principale teatro stabile della città, il Teatro Biondo.
Carne mia, come già era accaduto con il precedente libro di Alajmo È stato il figlio, si butta nelle viscere della città, in particolare in quel quartiere popolare che è Borgo Vecchio, così vicino al salotto bene di Palermo. Siamo negli anni '90 e al centro di tutto troviamo la famiglia Montana, che vive grazie ad una bancarella abusiva di frutta e verdura nel microcosmo autarchico del quartiere. Quando da un giorno all'altro i due giovani fratelli Montana dovranno portare avanti "l'attività" di famiglia, però, le cose inizieranno a cambiare: Franco, il figlio più piccolo, si butterà a capofitto nel lavoro, Enzo, il più grande, invece, diventerà sempre più inaffidabile, estorcerà soldi alla madre insieme alla fidanzata, avrà due figli, e chi più ne ha più ne metta. La narrazione di Alajmo è come al solito dura e tagliente, e pone al centro realtà non molto diverse dalle quelle di tutti noi, dove la famiglia, i soldi, la meschinità, gli interessi particolari prevalgono sempre.
6 commenti
Ciao:) Faccio parte di chi snobba un po' gli italiani, ma ultimamente noto un cambiamento e un avvicinamento, da parte mia, alla letteratura nostrana, anche se per ora l'ho solo parzialmente intaccata. I libri che hai elencato sembrano tutti davvero molto interessanti e, dalle poche ma abili pennellate che hai dedicato a ciascuno di loro, me li leggerei anche tutti e anche ora. Grazie per le segnalazioni, io scrivo e poi spero di trovare in biblioteca:)
RispondiEliminaGrazie a te per aver apprezzato le mie segnalazioni :) Spero di esserti riuscita a consigliare bene! (se vuoi un'ulteriore dritta: Bajani e Alajmo uber alles!)
EliminaBajani approvato!
RispondiEliminaLo adoro. È pure una gran bella persona.
EliminaCiao Penny Lane, che bei titoli, sono tutti molto intriganti! Grazie per aver condiviso questo bel post che mette in luce un tipo di letteratura che io definirei "di pancia". Non ho letto nulla degli autori citati, ma da come ne parli mi sembrano persone che arrivano dritte al cuore. Grazie ancora e buon proseguimento, Mela.
RispondiEliminaCiao Manuela! Perdonami se ti rispondo solo ora e grazie mille a te per il tuo apprezzamento :) Giusto questa domenica ho assistito alla presentazione del libro di Andrea Bajani. Risultato? Ne sono uscita con due copie in mano!! Questo per dirti che sì, decisamente sono autori che arrivano dritti al cuore. A presto!
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