Affresco di Ettore Maria Bergler per Villa Igiea. |
Ne abbiamo di esempi nobiliari nel passato più glorioso della nostra Storia, dai Medici agli Estensi, ma ne abbiamo altrettanti esempi tra la borghesia imprenditoriale ottocentesca, soprattutto nel delicato passaggio verso l'Unità d'Italia, in cui era necessario costruire praticamente da zero un'economia nazionale.
È proprio in questa prospettiva che si colloca la famiglia Florio.
Originario della Calabria, il capostipite Paolo Florio giunse a Palermo sulla fine del '700, quando nel cuore pulsante della città , in Via Materassai, luogo strategicamente vicino al porto, nasce la ditta Paolo Florio e Compagno, una delle più importanti drogherie del capoluogo siciliano. Sarà questa la base commerciale su cui si innesterà ben presto l'erede, Vincenzo Florio (1799-1868), uomo dalla geniale invettiva imprenditoriale, il quale amplierà a dismisura gli interessi della famiglia, dando vita a grosse compagnie di navigazione, alla Fonderia Oretea, una fabbrica metallurgica oggi non più esistente, all'industria vinicola di Marsala (il liquore omonimo è tutt'oggi uno dei più importanti prodotti agro-alimentari dell'isola), all'allevamento e al commercio del tonno presso l'isola di Favignana, alla Chimica Arenella, fabbrica di prodotti chimici disastrosamente dismessa più di cento anni dopo, nel 1987.
Ma è con il suo successore, Ignazio Florio Senior (1838-1891) che Casa Florio diventa una delle realtà economiche più cospicue del Paese. Siamo all'indomani dell'Unità d'Italia, e Ignazio Senior fonda insieme all'industriale Raffaele Rubattino di Genova la Navigazione Generale Italiana, ottenendo dal governo la gestione delle principali linee marittime italiane; ma è soprattutto sul commercio del tonno che punta la proprie energie, acquistando l'isola di Favignana e l'intero arcipelago delle Egadi, promuovendone enormemente il commercio. Non per nulla, ieri come oggi, a Favignana, tra gli abitanti locali, esiste una sorta di culto per la famiglia Florio.
Si giunge così con la morte di Ignazio Senior, nel 1891, alla quarta generazione della casata, quella che ci interessa principalmente per l'argomento di cui parleremo con Ignazio Junior (1869-1957). Il secolo volge quasi al termine, e con esso si apre però quel breve periodo storico noto come Belle Époque, in cui ogni possibile futuro appariva roseo: protagonisti nel suo splendore palermitano furono appunto Ignazio Florio Junior e la moglie Donna Franca Florio. Ai loro nomi è legato un ulteriore momento di splendore della casata, ma soprattutto dell'intera città : la costruzione del Cantiere Navale di Palermo, la fondazione del giornale L'Ora (chiuso nel 1992), l'avvio della Ceramica Florio, la costituzione del Consorzio Agrario Siciliano e della Anglo Sicilian Sulphur Company, nonché la costruzione di meravigliosi edifici dell'arte Liberty, sotto le vestigia dell'architetto Basile e dei preziosi arredi Ducrot. E accanto a tutto ciò favorirono uno straordinario mecenatismo, insieme al fratello minore di Ignazio, Vincenzo Florio, promotore della Primavera Siciliana, e soprattutto della Targa Florio, la più importante gara automobilistica italiana, che tutt'oggi continua ad essere disputata. Non si può non riconoscere l'ambizione che muoveva Ignazio Florio Junior, ma al contempo è giusto constatare anche la spregiudicatezza con cui condusse affari che poi si rivelarono pericolosi, ma soprattutto l'ostentazione e la lassezza con cui si abbandonò, insieme alla famiglia, ad una vita di lussi eccessivi, destinati a portare alla fine della casata.
- DONNA FRANCA FLORIO