Le mie copie. La mia civetta. Il mio gatto. |
Tra i sette libri della saga di Harry Potter non so se sarei in grado di indicare il mio preferito. Però sono in grado di associare a ciascuno di essi un preciso momento della mia vita e una precisa emozione che mi ha accompagnato nella lettura. Ad esempio, Harry Potter e la camera dei segreti è uscito in Italia per la prima volta nel 1999. Ma io lo scoprii qualche anno dopo, influenzata dalla visione al cinema de La pietra filosofale. Avevo dunque undici/dodici anni, e guardavo ancora fortunatamente al mondo con gli occhi di una bambina. Ricordo che mi stregò, e che a partire da questo libro iniziò in me la passione viscerale nei confronti dell'universo potteriano che poi fortunatamente, pur tra alti e bassi legati all'adolescenza, non mi abbandonò più.
Dunque è per queste ragioni che nei confronti del secondo volume della saga ho un debito emotivo e nostalgico di non poco conto. E quando quest'anno, con una tradizione che prosegue dall'anno precedente e che spero continuerà fino alla fine, per il mio genetliaco mi è stata regalata l'edizione illustrata da Jim Kay (Salani Editore, 27,95€) un tripudio di sentimenti è venuto a galla.
È noto a tutti che lo stile e la storia della Rowling evolvono enormemente nel corso della saga, a voler accompagnare idealmente la crescita dei suoi piccoli lettori, e la Camera dei segreti, costituisce, a mio parere, un tassello fondamentale nella mitologia potteriana. È qui che difatti iniziano a emergere precisi e piccoli indizi non solo sul futuro sviluppo della storia, ma anche sul suo passato: penso da un lato alla storia di Hagrid che ci riporta indietro di ben cinquant'anni, ma penso dall'altro lato anche alla maestria in fatto di materie magiche di Hermione, che si cimenta con la poi famosissima pozione Polisucco, incredibilmente complicata per la sua giovane età ; penso al diario di Tom Riddle, che ci mostra il passato tutto sommato "ordinario" del suo Mago Oscuro, che allo stesso tempo sarà elemento fondamentale per la futura battaglia nei suoi confronti, dal momento che come tutti sappiamo, era una degli horcrux; penso a nuovi personaggi e nuovi alleati che spuntano qui per la prima volta e saranno destinati ad accompagnare Harry fino alla fine, come la spada di Grifondoro o la splendida fenice di Silente, Fawkes (Fanny per i lettori della vecchia traduzione); penso infine soprattutto ai primi precisi indizi di una somiglianza tra Harry e Voldemort (la capacità di parlare serpentese prima tra tutte) e ai primi strazianti dubbi che attanagliano il giovane eroe sul proprio destino (sarà in grado di controllare quell'eredità che, nolente, il Signore Oscuro gli ha lasciato?).