Così come nell'orologio il risultato d'un complesso movimento di innumerevoli rotelle e carrucole diverse è soltanto il lento e misurato movimento delle lancette che indicano il tempo, allo stesso modo anche il risultato di tutti i complessi movimenti umani di quei centosessantamila russi e francesi - di tutte le passioni, i desideri, i pentimenti, le umiliazioni, le sofferenze, e degli slanci di questi uomini, del loro orgoglio, della loro paura, del loro entusiasmo - fu soltanto la sconfitta subita ad Austerlitz, nella cosiddetta battaglia dei tre imperatori, ovverosia un lento spostamento della lancetta della storia del mondo sul quadrante della storia dell'umanità.
Chiunque cercasse nelle proprie letture un'universalità così vasta da varcare il tempo, lo spazio, le società e le geografie, non potrebbe che trovare la propria dimensione all'interno di uno dei più mastodontici (in termini di mole, scrittura, stile e mente) libri di tutti i tempi: Guerra e pace di Lev Tolstoj. Sussurrare, ancora oggi, qualcosa di sé alla natura umana attraverso una narrazione che ci racconta di nobili famiglie russe, e attraverso la storia delle campagne napoleoniche, è una possibilità riservata soltanto ad uno scrittore larger than life come Tolstoj. E confrontarsi con esso è un'impresa altrettanto mastodontica. Il cinema, la televisione e il teatro l'hanno tentata in maniera pressoché ininterrotta sin dagli anni '50 dello scorso secolo: ultima in ordine di tempo, appena nel 2016, è giunta la miniserie tv della storica casa di produzione britannica BBC.
Articolata in 10 puntate, di 60 minuti ciascuna, ovviamente la serie va incontro ad un'inevitabile semplificazione e snellimento del libro, cosa che però non ne fa perdere la qualità di fondo. La casa di produzione britannica è ben nota per le sue trasposizioni televisive di grandi classici della letteratura (si pensi a Dickens, soprattutto), e la delicatezza, nonché il rispetto con cui vengono trattati i libri è particolarmente evidente.





