Le cose che restano - Jenny Offill
«Una volta» disse mia madre «non esisteva il buio totale. Persino di notte, la luna era luminosa quanto il sole. L'unica differenza stava nella luce, che era blu. Vedevi tutto per chilometri e chilometri e non faceva mai freddo. Si chiamava crepuscolo».
«Perché crepuscolo?»
«Perché è una parola in codice per cielo blu».
Avere otto anni e provare una fiducia incondizionata nei confronti del mondo, soprattutto nei confronti di chi ci ha messo al mondo.
Avere otto anni e stupirsi di ogni nuova cosa che ci sfiora, ci passa accanto, leggera come una lieve brezza o forte come un tornado.
Avere otto anni e avere voglia di scoprire tutto, di capire l'essenza così apparentemente segreta delle cose.
È una continua altalena l'infanzia, capace di oscillare tra la gioia di una meraviglia tanto assoluta quanto semplice, e la nera disperazione dovuta all'infrangimento di quella purezza primigenia che ci portiamo dentro.
Ed è proprio questa l'essenza del libro di Jenny Offill, Le cose che restano. L'altalena della vita, della lettura, dell'infanzia, della follia, con i suoi alti, tremendamente alti, e i suoi bassi, inconcepibili bassi. Seesaw la definisce, nella bella nota conclusiva, la traduttrice Gioia Guerzoni.
Le cose che restano
di Jenny Offill
NN Editore
Collana: Le strade.
Traduzione: Gioia Guerzoni.
Pagine: 235
Prezzo: 17€
Data di pubblicazione: 12 maggio 2016.
Ogni cosa all'interno di questo romanzo oscilla tra due estremi.
Al centro troviamo la voce narrante, la piccola Grace, instancabilmente accompagnata dal libro da cui attinge tutte le risposte, «L'enciclopedia del mistero», la cui consapevolezza inizia appena ad affacciarsi sul mondo; ad un estremo troviamo la mamma di Grace, un vortice instancabile di vitalità, gioia, fantasia, capace di inventarsi una nuova e complicata lingua e parlarla fluentemente, di trasformare una stanza in un'immagine dell'universo e un anno nel "calendario cosmico" della Terra, ma anche capace di fronte alle difficoltà di fuggire, lontano, non si sa dove, senza lasciare alcuna traccia di sé; l'ultimo estremo di questa parabola è il padre di Grace, un uomo di scienza, pratico e coi piedi per terra, forse leggermente frustrato e poco empatico nei confronti della figlia ma soprattutto della moglie, ma inevitabilmente amorevole e buono.
Al centro troviamo la voce narrante, la piccola Grace, instancabilmente accompagnata dal libro da cui attinge tutte le risposte, «L'enciclopedia del mistero», la cui consapevolezza inizia appena ad affacciarsi sul mondo; ad un estremo troviamo la mamma di Grace, un vortice instancabile di vitalità, gioia, fantasia, capace di inventarsi una nuova e complicata lingua e parlarla fluentemente, di trasformare una stanza in un'immagine dell'universo e un anno nel "calendario cosmico" della Terra, ma anche capace di fronte alle difficoltà di fuggire, lontano, non si sa dove, senza lasciare alcuna traccia di sé; l'ultimo estremo di questa parabola è il padre di Grace, un uomo di scienza, pratico e coi piedi per terra, forse leggermente frustrato e poco empatico nei confronti della figlia ma soprattutto della moglie, ma inevitabilmente amorevole e buono.
Quando ero molto piccola, mia madre cercò di insegnarmi a volare. Mi mettevo in cima alle scale e aprivo le ali. Mia madre mi aspettava sotto con le braccia aperte. «Vola» diceva, e io mi lanciavo in aria. La mamma mi prendeva sempre. «Avevo paura che volassi troppo lontano» diceva, mettendomi a terra. A volte mi esercitavo da sola. Quando mio padre vide il sangue sulle mie ginocchia e sui gomiti, cercò di farmi smettere. «Le persone non sono adatte a volare» spiegò. «I nostri corpi sono progettati in modo sbagliato». Non gli credevo. Era lui che mi aveva detto dei bombi, di come le loro ali fossero troppo sottili per reggere quel corpo grasso. Ma in estate erano dappertutto e ti sfrecciavano accanto ronzando come pazzi.
Se lo stile della Offill, come potete vedere, cambia rispetto a Sembrava una felicità (niente di inspiegabile se si pensa che Le cose che restano è stato scritto ben quindici anni primi), e vengono meno quelle frasi icastiche, che spesso inchiodano il lettore alla pagina e lo spingono ad una immersione repentina e totale, tuttavia non viene meno quella atmosfera di indeterminatezza e di sfuggevolezza: per il lettore si tratta di un continuo rincorrere Grace e la sua crescita, la Mamma e la sua leggera e volubile incoscienza, il Papà e la sua ricerca di conferme al di là di una casa amata ma soffocante. E inevitabilmente ai percorsi interiori dei personaggi si associano i percorsi geografici che spaziano dall'isolato silenzio del Vermont al confuso rumore della California, fino alla neutra tregua del Connecticut. Anche qui, un'altalena.
Cape Cod Morning - Edward Hopper |
Su ogni estremo di questa altalena , in ogni caso, regna la delicatezza della penna di Jenny Offill, il cui tocco profondamente femmineo è evidente ma mai schiacciante, e la splendida e sentita traduzione di Gioia Guerzoni, in grado di accarezzare sorprendentemente ogni parola.
Le cose che restano alla fine sono proprio queste: le parole grazie a cui raccontare il mondo.
10 commenti
Ho letto l'incipit su Kindle, ma poi non l'ho comprato, non mi aveva agganciata per bene.
RispondiEliminaPerò ero distratta e in fase di rassegna estratti (nel mio Kindle ce ne sono a centinaia) e forse dovrei riprovarci, integralmente.
Sembrava una felicità, spiazzante e fulmineo, è stato una gran bella scoperta.
Niente di strano se alla fine Le cose che restano non ti "aggancia" come Sembrava una felicità. Lì l'innamoramento era puro e immediato, qui invece si procede a piccoli passetti, tutto avviene più lentamente.
EliminaEssendomi fatta una certa idea della tua sensibilità letteraria però ti consiglierei comunque di provare. Alla fine arriva a sorprenderti :)
di questa autrice ho da leggere sembrava una felicità, ma questo mi ispira parecchio.
RispondiEliminaperò sono contenta di aver preso quello che dite sia il più bello.
Fai bene a leggere prima Sembrava una felicità, la folgorazione sarà immediata! Io questo l'ho trovato davvero incantevole, con più alti e bassi e probabilmente, ma decisamente affascinante. Se dopo Sembrava una felicità vorrai proseguire con la Offill non lasciartelo scappare.
Eliminano, infatti non me lo lascio scappare di certo! mi sarebbe piaciuto prenderli entrambi, ma purtroppo il mio portafogli non era d'accordo...
EliminaCiao! è la prima volta che passo dal tuo blog e devo farti i complimenti... davvero molto carino!! :-)
RispondiEliminaSono sempre felice di trovare questi "Indipendent corners" perché si fanno sempre delle nuove scoperte, come in questo caso! Sembra davvero un romanzo che parla dell'infanzia in modo per niente scontato, né idealizzato... una buona idea per i prossimi mesi!
Concludo invitandoti a passare dal mio blog lanostrapassionenonmuore.blogspot.it , a tema libri e cultura, se ti va! :-)
A presto!
Ciao, sono capitata casualmente sul tuo blog e , ritenendolo molto carino, l'ho nominato ai Liebster Award 2016, spero la cosa non ti dispiaccia
RispondiEliminaGrazie mille, mi fa molto piacere :) passo subito a dare un'occhiata.
EliminaRi-ciao! Volevo dirti che ti ho nominata per 2 book tag che ho trovato molto simpatici. Spero che vorrai dire la tua!!
RispondiEliminaLi trovi sul mio blog: lanostrapassionenonmuore.blogspot.it .
Grazie mille ed a presto :-)
Ciao, perdonami se ti rispondo soltanto adesso, ma come avrai potuto notare dal silenzio del blog, sono stata piuttosto oberata di impegni in questa settimana! Passo subito a dare un'occhiata :) Grazie mille per i tag.
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