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Il tempo dell'attesa - Elizabeth Jane Howard

by - 10:38

Ho sempre nutrito una fortissima passione nei confronti delle saghe familiari. Ricordo che la scintilla scoccò dopo la lettura di due capisaldi della letteratura contemporanea: Cent'anni di solitudine di Marquez e La casa degli spiriti di Isabelle Allende. Certo, queste sono due saghe familiari un po' sui generis, inquadrate come sono in un altro filone letterario, quello del realismo magico. Ma le atmosfere di familiarità (perdonate l'ovvietà della parola, ma nessun'altra sarebbe stata altrettanto calzante) che quel tipo di narrativa permette di costruire per centinaia di pagine nei confronti di schiere di personaggi, mi ha colpito dritto al cuore e segnato profondamente.
Per altro, un'altra cosa che mi affascina profondamente in narrazioni così fitte e maestose, è la capacità dell'autore di star dietro ad ogni singolo personaggio, avendo la maestria di metterlo al centro o in ombra,  di approfondirne le ragioni o di abbandonarlo ad una superficialità curata. Ci vuole rigore e sensibilità al tempo stesso. Qualità di certo non da tutti.

In Elizabeth Jane Howard ho trovato tutto questo. E alla fine della lettura di questo secondo volume de La saga dei Cazalet (il primo, Gli anni della leggerezza è uscito in autunno sempre per la Fazi Editore) un senso di amaro stupore mi è rimasto in bocca. «Come è possibile che fin ora nessun editore italiano avesse preso in considerazione l'idea di pubblicare un'autrice tanto brava?», mi sono chiesta. Per fortuna esiste l'editoria indipendente in grado di fiutare queste piccole magie letterarie.

Il tempo dell'attesa 
di Elizabeth Jane Howard

Fazi Editore


Traduzione: Manuela Francescon
Collana: Le strade
Pagine: 640
Prezzo: 18,50€
Data di pubblicazione: 14 aprile 2016

Non starò qui a sviscerare nei dettagli la trama e i personaggi de Il tempo dell'attesa, ma, per chi ancora non conoscesse la Howard e il suo lavoro, fornirò un paio di coordinate. 
Come dicevamo il libro appartiene al secondo volume de La saga dei Cazalet che ovviamente prende il suo nome dalla famiglia oggetto di attenzione, i Cazalet appartenenti a quella alta borghesia imprenditoriale inglese che ha fatto le fortune di un intero paese nel secolo scorso, con il loro articolato albero genealogico tipico delle famiglie di una volta: due nonni capostipiti, quattro figli, tanti nipoti. Se il volume precedente ci aveva accompagnato negli anni immediatamente antecedenti allo scoppio della seconda guerra mondiale, qui siamo nel pieno del suo più cruento svolgimento, tra il 1939 e il 1941
Niente di troppo sorprendente, detto con queste parole. Ma due, a mio parere, sono i  grandi espedienti narrativi di cui si serve la Howard. Innanzitutto l'attenzione al minuto: se vi aspettate di essere catapultati nel mezzo di grandi battaglie e grandi avvenimenti vi sbagliate; qui tutto si svolge tra la quotidianità di grandi e piccole città inglesi, e sopratutto la quotidianità della campagna in cui i Cazalet possiedono la loro tenuta e si rifugiano lontani dalla guerra. Attenzione alla piccola quotidianità di una comunissima umanità, è dunque la parola chiave. 
Il secondo espediente narrativo, il più riuscito, quello che permette di rendere interessante e coinvolgente agli occhi del lettore quanto detto sopra, è l'adozione da parte dell'autrice di particolari punti di vista. Ogni personaggio ha il suo preciso spazio e la sua precisa visione, e più di tutti in questo secondo volume lo posseggono in maniera dichiaratamente esplicita (i capitoli loro dedicati  prendono il loro nome) tre giovanissime figure femminili: Louise, Clary e Polly, figlie di tre fratelli Cazalet. Le loro vicende, i loro pensieri, le loro ansie (nessuna di loro era ancora nata quando la Grande Guerra era scoppiata) accompagnano il lettore in un universo poco esplorato e conosciuto, rispetto ai grandi avvenimenti della Storia, ma in grado di essere altrettanto significativo e grandioso. E ovviamente non può mancare nella suddivisione dei capitoli e dei punti di vista, sempre in maniera esplicitamente dichiarata, quel personaggio che è corale e individuale insieme: la famiglia. 

Elizabeth Jane Howard (1923 - 2014)
Non credevo che Il tempo dell'attesa avrebbe potuto prendermi più de Gli anni della leggerezza, ma è evidente quella marcia in più, rappresentata proprio dagli espedienti narrativi di cui vi ho parlato, adottata e voluta dalla Howard. Lo stupore che suscita questo romanzo ha anche stimolato la mia curiosità nei confronti dell'autrice, in parte appagata dalla bella postfazione di un'altra scrittrice, sconosciuta in Italia, sua intima amica, Hilary Mantel: lì veniamo a sapere che larga parte dell'ispirazione della Howard proveniva dal proprio vissuto (burrascoso ed esaltante) e dalla propria famiglia, nonché i forti legami che uniscono la sua vita a quella del personaggio di Louise. Più volte in questa postfazione emerge per altro l'idea di un legame narrativo tra la Howard e Jane Austen: alla prima certamente mancherà quel sentimento di corrosiva ironia della grande scrittrice inglese (più volte nel corso della lettura de Il tempo dell'attesa si ha la sensazione di una compartecipazione dell'autrice alle vicende narrate), ma sicuramente entrambe posseggono quella intelligente lucidità che permette loro di guardare, studiare, e perché no, sbugiardare dall'interno, un intero universo sociale e culturale, e di restituirlo grazie ad una narrazione sorprendentemente minuta. 

Ah, un post scriptum per nulla polemico ma dovuto alla mia esperienza di studio a proposito delle scritture femminili: non mi riesce troppo difficile credere che se la Saga dei Cazalet fosse stata scritta da un uomo, e dunque non avesse sofferto dell'etichetta che per lungo nel nostro Paese è stata affibbiata a certi prodotti letterari "scritti da donne per le donne", avremmo potuto godere a tempo debito di un tale grandioso esempio di letteratura. Ancora grazie, Fazi Editore. Attendiamo impazienti la fine della stagione estiva per leggere in traduzione il terzo volume della saga, Confusion

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9 commenti

  1. E' una grandissima opera letteraria dove se la storia non compare in modo diretto nei fatti politici e militari, la bellezza si trova nella descrizione di una intera società che stava cambiando e questo nei suoi lati più privati e finalmente questa scrittrice inglese arriva anche nel nostro paese. Meriterebbe più cura e approfondimento dalla casa editrice.

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    1. Quando ho finito di leggere il libro e la bella postfazione che lo accompagna ho subito desiderato ardentemente di conoscere di più a proposito della Howard: la sua vita (che diciamolo, sembra davvero affascinante), i suoi romanzi ecc. Per cui, sì, sono assolutamente d'accordo con te! Se non ricordo male nel catalogo della Fazi è presente un altro titolo della Howard che esula dalla Saga dei Cazalet, ma credo sia passato totalmente inosservato.

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    2. Si, dicono il suo capolavoro, "Il Lungo Sguardo".

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  2. Un romanzo meraviglioso, avvincente e, oserei dire, perfetto. Sono d'accordo con te sull'ingiustizia del destino riservato in Italia alla Howard, arrivata sui nostri scaffali così tardi, e sull'attribuire alla discriminazione la leggerezza e l'ottusità della critica.

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    1. Ingiustizia che per altro a mio parere continua a patire relegandola alla letteratura di genere! Certo sta avendo un grande successo, ma meriterebbe di più, molto di più. Se solo non fossi un bradipo nella lettura in lingua mi tufferei sugli altri testi che non sono (ancora) stati tradotti in Italia.

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  3. Io devo ancora comprarlo e leggerlo. Hai innalzato la mia trepidazione ancora di più!
    Il tempo della (mia) attesa deve finire al più presto ;)

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  4. Ricordo, se non sbaglio, che anche tu avevi particolarmente amato il volume precedente. Sono sicura che non ne rimarrai delusa, e apprezzo decisamente la tua stoicismo nel rimandare la lettura! Io mi sono buttata a capofitto e l'idea di dover aspettare fin dopo l'estate per il prossimo volume un po' mi uccide!

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    1. Guarda, mi hanno nominato già qualcosa come 5 persone diverse e non ho avuto il tempo né tanto meno, lo ammetto, la voglia di replicare ^^ Quindi direi che passo per questo giro!

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