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Easter Parade - Richard Yates.

by - 10:14

Nè l'una nè l'altra delle sorelle Grimes avrebbe avuto una vita felice, e a ripensarci si aveva sempre l'impressione che i guai fossero cominciati con il divorzio dei loro genitori.

Cosa rende uno scrittore un grande scrittore? 
Un incipit come questo. Un incipit in grado di condensare in poche righe il sugo di tutta la storia, per dirla alla Manzoni.
L'infelicità, la vita, la famiglia. I tre cardini dell'intero romanzo sono racchiusi tutti qui.
Sarah ed Emily sono due sorelle. Vivono e crescono in America, all'indomani della grande depressione. I loro genitori sono divorziati: il padre è un semplice correttore di bozze, destinato a morire da solo, nella quasi totale indifferenza di tutti; la madre Pookie (e una sola lettera la separa dalla madre di Yates, Dookie) è una donna priva di talento e prospettive, egoista, sciocca, alcolizzata.
Da questi semi nascono dunque Sarah ed Emily, e  questi semi sembrano già condannare il loro destino.
Sarah, la sorella maggiore, si sposerà molto giovane, immersa nella dolce speranza di una vita e di un amore brillante. Speranza infranta da una serie di occasioni e doti sprecate, e da un marito-padrone, brutale, che la picchia senza pietà.
Emily, la minore, più indipendente, frequenterà il college, studierà, troverà dopo molte fatiche un ottimo lavoro come pubblicista, avrà molti amanti. Eppure la sua vita crollerà egualmente in pochi attimi, fino a condurla alla povertà, all'alcolismo, alla solitudine.

Due donne così diverse eppure un unico destino. Perché? La "malattia" che le due sorelle ereditano dalla madre è la mancanza di coraggio, ma soprattutto di prospettive. Tutto accade come se le sfiorasse, come se accadesse quasi in virtù di una forza superiore e inevitabile.
È quello che succede ad Emily con gli uomini, sin dalla perdita della sua verginità con uno sconosciuto:

Lei non disse di sì, ma sicuramente non disse di no. Tutto quello che lui faceva - perfino quando l'aiutò a liberare un piede dalle mutandine- pareva accadere perché necessario e impellente: lei era inerme e lui la stava aiutando, e al mondo non contava nient'altro.

Una Emily che spesso finge (e questo la accomuna irrimedibilmente alla sorella), con se stessa innanzitutto, pur di non addentrarsi nelle pieghe più difficili delle cose:

«Ah». Ed Emily abbassò lo sguardo, imbarazzata. «Ho capito». Spesso diceva «ho capito» quando si trattava di cose che non comprendeva del tutto; e lo stesso, d'altro canto, faceva Sarah.

 Quindi anche Sarah vive nella totale impassibilità la vita che le è toccata:

«Senti, Sarah», disse Emily quando furono di nuovo insieme nella camera. «Adesso devi spiegarmi un po' di cose. È succeso altre volte?» Sarah era riuscita a ripulirsi il viso quasi del tutto; era in vestaglia e stava fumando una sigaretta. «Ma certo», rispose. «Succede in continuazione. Direi che succede un paio di volte al mese da circa... be', vent'anni. Ma in genere non ci va così pesante».


Ma attenzione, non sono gli uomini i motori della loro infelicità Si tratta di qualcosa di più viscerale, congenito. Tutta la felicità, tutta la speranza si riduce ad un'istantanea scattata durante l'annuale parata di Pasqua di New York (e da qui il titolo), uno dei pochi momenti nella vita di Sarah ed Emily in cui ogni cosa sembrava poter esser rosea.

Yates mi aveva già incantato con Revolutionary Road, e mi ha stregata con questo libro. Narratori di tal fatta sono più unici che rari: catturano con i dialoghi, le sfumature, le atmosfere. Soprattutto l'atmosfera di un'America sempre sullo sfondo ma sempre prepotentemente presente. Un'America che nell'arco di quasi mezzo secolo perde, insieme alle protagoniste, la sua genuinità.
E per Sarah, per Emily, per l'America, e in fondo anche per quel narratore geniale che fu Yates valgono le ultime battute pronunciate da Emily all'interno del romanzo:

«Sì, sono stanca», fece lei. «E la sai una cosa buffa? Ho quasi cinquant'anni e non ho mai capito niente in tutta la mia vita».



Easter Parade
di Richard Yates

Minimum Fax
Traduzione: Andreina Lombardi Bom
Collana: minimum classics
Pagine: 288
Prezzo: 11,50 €
Data di pubblicazione: 2008

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2 commenti

  1. Ciao! ^^
    Questo per me è stato il primo incontro con Yates, ce ne saranno altri sicuramente! Mi ha profondamente colpito e coinvolto: sembra di essere toccati personalmente da quella atmosfera claustrofobica e immobile, di rassegnazione, che fa dire ai personaggi "in fondo è così, non si può cambiare nulla". Per quanto a momenti abbia provato fastidio per le sorelle e, soprattutto, la madre, quello che rimane è assoluta compassione per quello che sarebbe potuto essere e non è stato.
    Notevole per lo stile!

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    1. Ciao! :) Hai perfettamente ragione, c'è qualcosa in questo romanzo che colpisce nel profondo il lettore, trascinandolo nei meandri delle vite e delle psicologie delle protagoniste; anche io spesso ho provato una certa irritazione e sono convinta che questo derivi dalla natura umanissima delle loro caratterizzazioni: con le loro debolezze, le loro mancanze, le loro speranze Yates ha costruito dei personaggi in carne e ossa che non possono che coinvolgerci nel loro destino! Ti consiglio anche di leggere Revolutionary Road allora, sono sicura che lo apprezzerai. E ti consiglio anche la trasposizione cinematografica che ne hanno fatto con due attori eccezionali: Leonardo di Caprio e Kate Winslet. Fammi sapere poi cosa ne pensi :) sono curiosa!

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