I social network, la lettura digitalizzata, internet: sono tutti strumenti che usiamo più o meno quotidianamente e che hanno (e continuano a) cambiare radicalmente il nostro modo di approcciarci alla realtà , alla scrittura e alla lettura.
Sembra ormai che il mondo del web si divida tra apocalittici e integrati (non me ne voglia il signor Eco per il prestito): tra chi lo demonizza e chi lo esalta incodizionatamente la battaglia è aspra.
Eppure c'è chi di fronte al rischio che il web ci trasformi in una massa di caproni davanti a uno schermo ha saputo cogliere l'opportunità di trasformare gli strumenti di cui ho detto sopra in veicoli per rifondare il nostro rapporto con la letteratura, la scrittura e la lettura, agendo in particolare attraverso una delle piattaforme di microblogging più diffuse al mondo, Twitter!
È questa l'intuizione alla base del progetto italiano, ora start up, Twletteratura.
L'idea è di una semplicità eppure di un'efficacia sorprendente: creare una community di lettori (chi non ricorda i vecchi ma sempre vivi club del libro?) virtuale, da riunire intorno a un'opera comune da leggere, commentare e risrcivere nei rigorosissimi 140 caratteri di Twitter.
La sinteticità di questo strumento pertanto viene piegata a un'esperienza di lettura che sia davvero approfondita, tale da stimolare la creatività di una riscrittura non proprio semplicissima.
I classici conoscono così nuova vita, instaurando anche con i più giovani (i cosiddetti nativi digitali) un rapporto che diversamente sarebbe percepito come una mera lettura passiva, e diciamolo, magari barbosa.
Dopo le riscritture di Pavese, Calvino, Queneau, Collodi e Manzoni (l'incubo che ci ha perseguitato per tutto il liceo), il 13 luglio parte TwAusten - L'estate di Jane, una riscrittura di Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen, che si prospetta molto interessante.
Dopo le riscritture di Pavese, Calvino, Queneau, Collodi e Manzoni (l'incubo che ci ha perseguitato per tutto il liceo), il 13 luglio parte TwAusten - L'estate di Jane, una riscrittura di Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen, che si prospetta molto interessante.
A questo link potete trovare il regolamento per partecipare, e qui ovviamente l'immancabile profilo Twitter.
Questo è forse l'esempio più creativo di twittlettura nel nostro paese, ma non sono meno interessanti altri esperienzie quali quelle Readers e Casa Lettori. Per quanto siano esperienze diverse entrambe puntano soprattutto sul concetto di comunità di lettori.
Readers è infatti un vero e proprio gruppo di lettura: ogni mese viene scelta un'opera di narrativa contemporanea, destinata ad essere commentata, citata e sviscerata sempre rigorosamente nei 140 caratteri di Twitter. Date un'occhiata alla loro pagina su Storify e guardate quali titoli sono stati scelti dal 2013 a ora (buona parte della mia wish list proviene da loro) con una costante attenzione anche alla letteratura indipendente. Dal primo luglio la community di lettori si è riunita attorno a Academy Street di Mary Costello. Qui potete trovare il regolamento per leggere e commentare.
Last but not least, ecco infine Casa Lettori, che il senso di comunità lo comunica già dal suo nome. Alla soglia dei 30 mila follower (numeri di solito riservati soltanto ai vip della televisione), l'ideatrice Maria Anna Patti, aka @libromania4, attraverso hashtag sempre diversi (#ioleggo, #parole, #lamiacitazione, etc.) stimola enormemente il contatto con i lettori, assecondando e condividendo i gusti di tutti. Interessantissimi poi si dimostrano i numerosi livetweet, che permettono ai lettori di tutta Italia di seguire presentazione ed eventi culturali live, e di interagire soprattutto, superando così ogni reale e virtuale barriera.
Sono esperienze fecondissime quelle che vi ho appena raccontato, che dimostrano quanto poliedrica e creativa possano essere la lettura e la letteratura del nuovo millennio, perché è evidente che il concetto di lettura passiva e solitaria, impostaci anche da certi modelli scolastici, causi più danni (o peggio, inconsistenze) che benefici.
Non so se il social reading sarà la realtà del futuro (probabilmente no), né tanto meno se l'ebook farà definitivamente morire il libro di carta (sono certa di no), ma di certo visto l'alto tasso di fallibilità delle politiche di lettura del nostro paese, direi che queste esperienze nate dal basso meritano di essere conosciute e apprezzate.