Kobane Calling - Zerocalcare
Avete presente quando Holden Caulfield dice che certi libri ti lasciano addosso la voglia di chiamare al telefono il loro autore, per chiacchierare di tutto, a mo' di amici?
Ecco, sono convinta che certe volte ci lasciamo abbagliare dall'idea che ci costruiamo intorno a determinati autori che con la loro scrittura riescono a rimodellare, più o meno, parti di sé che forse era effettivamente meglio non conoscere (ma i social network, ora come ora, sbugiardano alla grande in questo senso).
Poi ci sono altri autori che invece riescono ad essere semplicemente e totalmente trasparenti. Anche quando la materia narrativa che hanno composto non parla affatto di loro. Schiettezza, trasparenza, semplicità, sono tre delle doti che più apprezzo in una persona. Aggiungiamo un po' di umiltà, il senso di una impellente necessità nel raccontare ciò che gli altri non raccontano (o raccontano male, il che è la stessa cosa), ed eccola qua: la formula magica di Zerocalcare, del suo parlare alla pancia e al cuore delle persone, senza orpelli, senza la pretesa che tutti capiscano o condividano, ma con l'unica pretesa di esser sincero e coerente, anche nell'ammettere le proprie mancanze.
E allora sì, Zerocalcare lo chiamerei al telefono per chiacchierare a mo' di amici, anche se lui probabilmente mi inserirebbe tra la sua lista di accolli, salvando strategicamente il mio numero con il nome "Chittesencula" per non rispondermi. Ma che importa, in fondo è quello che faccio anche io quando mi tolgo ultimo accesso e notifica di visualizzazione da whatsapp per evitarmi i miei di accolli.
Kobane Calling
di Zerocalcare
Bao Publishing
Pagine: 272
Prezzo: 20 €
Data di pubblicazione: 12 aprile 2016
Kobane Calling è un vera e propria svolta nell'universo narrativo di Zerocalcare, e anche un ulteriore conferma nel suo processo di maturazione letteraria e non (checché ne dica lui, che afferma di essere come un cantiere della metro C; ma in fondo quando si smette mai di maturare?).
E aggiungerei anche che si tratta di una svolta nel contesto narrativo del nostro Paese.
Con i suoi due viaggi nel cuore della resistenza curda, prima nel novembre 2014 a Mehser un villaggio turco a tre fermate della metro tipo Rebibbia - Maria del soccorso da Kobane in Siria, e poi nel luglio 2015 attraveso la Turchia, l'Iraq e infine la Siria, in quel territorio ideale del Rojava dove i curdi combattono, centimetro per centimetro, per la loro libertà, ci racconta verità che difficilmente conosceremmo. E con una semplicità, coadiuvata certamente dal mezzo narrativo del fumetto che però nulla sarebbe senza la voce autentica e trasparente di Zerocalcare, che risulta impressionante.
Conosciamo tutto grazie a Kobane Calling: cos'è il Rojava e quali sono i suoi cantoni; qual è la vita delle forze di resistenza curde del YPG (miste), del YPJ (femminili) e del PKK (partito dei lavoratori del Kurdistan attivo soprattutto in Iraq); chi sono gli uomini e le donne che li formano e tutta la loro semplice quanto impossibile umanità; cos'è la confederazione democratica che il Rojava vuole costruire, basandosi su un processo di partecipazione attiva delle etnie, delle culture, delle religioni e dei generi, proprio lì a una manciata di chilometri da Daesh e da quello Stato Turco che opprime in maniera inusitata la minoranza curda, e con il quale noi Unione Europea, baluardo della democrazia occidentale (?) continuiamo a fare accordi.
Dietro tutto questo ZeroCalcare si fa giustamente da parte: attenzione è sempre presenta la sua voce e la sua sensibilità, il suo romanesco, la sua (auto)ironia che tanto abbiamo imparato ad amare, la sua interiorità colma di dubbi, ma rappresenta soltanto un puntino in mezzo alle tante storie che fa emergere spontaneamente la narrazione.
Ampiamente significativo, ad esempio, è il fatto che compaia davvero pochissimo il fidato amico Armadillo, proiezione delle più intime paure e verità dell'autore.
Una sorta di Neorealismo a fumetti, se vogliamo (ora i puristi della letteratura mi massacreranno): quello che più volte l'autore tiene a sottolineare è che il suo non è un trattato di sociologia o di geopolitica, è un semplice diario di viaggio, pura narrazione che mette in campo la realtà; non propone risposte semplici e universali (d'altronde sono possibili nel mondo in cui viviamo?), ma soltanto la storia di un'umanità che i più ignorano.
«Gli intellettuali italiani e il silenzio sulla realtà. Zerocalcare è una delle poche eccezioni», afferma Paolo di Paolo in un suo articolo sull'Espresso che vi consiglio caldamente di leggere. Non potrei essere più concorde. Zerocalcare lo sarà un po' meno, lui che odia apparire come un maestrino, figuriamoci come intellettuale. Ma insomma, come direbbe lui: stacce.
P.S. Scusate la pessima qualità delle immagini, prese dalla mia copia. Ma desideravo davvero proporvele. In ogni caso, qui, se ancora avete dei dubbi, potete vedere l'anteprima di Kobane Calling.
7 commenti
Non ho ancora avuto il piacere di leggerlo, ma so che gli ingredienti giusti del suo successo sono proprio quelli che elenchi. La semplicità, la schiettezza, l'umiltà. Oggi sembrerebbero essere gli unici linguaggi possibili in un mondo della comunicazione pieno di orpelli ed "effetti speciali".
RispondiEliminaLo sono davvero, e siamo talmente tanto poco abituati a questo genere di narrazione che molti ancora si stupiscono se "un semplice" fumetto finisce per avere molto più impatto di una qualsiasi inchiesta o resoconto. C'è qualcosa di estremamente trasversale in questo libro che colpisce al cuore e alla mente di tutti i tipi di lettori possibili.
EliminaEco aveva compreso benissimo il valore del fumetto nell'ambito della comunicazione d'eccellenza.
EliminaIo l'ho finito proprio ieri, simbolicamente nella Festa della Liberazione, e l'ho trovato davvero straordinario. Colpisce forte e si fa ricordare.
RispondiEliminaCiao Eva P., benvenuta sul blog :)
EliminaGiorno 25 ho pensato davvero molto ad alcune tavole di Kobane Calling, al valore e al dovere della resistenza che forse abbiamo dimenticato, o peggio crediamo sia qualcosa che non riguardi più le società "democratiche" in cui viviamo, anche se poi certe cose accadono ai nostri vicini internazionali.
Ciao Roberta! Ho letto anch'io Kobane Calling e mi ha emozionata tantissimo. L'ho letto sui due numeri di Internazionale, ho visto che nel volume c'è una terza parte inedita, mi piacerebbe leggerla, magari prima o poi lo recupero! Oltre questo volevo dirti che ti ho nominata per il liebster award, spero possa farti piacere! Se ti va di dargli un'occhiata ti lascio il link, ciao! http://saratraipapaveri.blogspot.it/2016/05/liebster-award.html
RispondiEliminaRecupera assolutamente le tavole inedite, se quanto hai letto ti ha emozionato il resto ti lascerà senza parole, te l'assicuro :) Passo subito a dare un'occhiata al tuo blog!
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