All'inizio di dicembre questo blog aveva eletto, come di consueto, il suo editore indipendente del mese, e la scelta era ricaduta sulla O barra O edizioni. In particolare poi, ci eravamo ripromessi di leggere e recensire almeno un libro proveniente dal catalogo del suddetto editore, e la seconda, più difficile, scelta era ricaduta sul saggio di cui parleremo proprio oggi: 30 grandi miti su Shakespeare.
30 grandi miti su Shakespeare
di Laurie Maguire e Emma Smith
O barra O edizioni
Collana: Agli estremi dell'Occidente
Traduzione: Pietro Ferrari
Numero di pagine: 352
Prezzo: 18€
Data di pubblicazione: 2015
Come avrete avuto occasione di constatare, non mi capita spesso di recensire saggi. E a dire il vero mi capita anche meno frequentemente di quanto desideri di leggerne (sarà che all'università ne ho letti fin troppi). Ma questa volta Galeotto fu il titolo particolarmente accattivante che caratterizza il libro.
Tutti conosciamo anche solo sommariamente i miti che aleggiano intorno alla figura del bardo immortale, complici anche alcune trasposizioni documentarie e cinematografiche (giusto a pochi anni fa risale il film Anonymous, che aveva come suo assunto l'idea che Shakespeare non abbia scritto realmente le sue opere). A meno di non essere degli sfegatati appassionati o dei cultori della materia, però difficilmente ci capita di approfondire queste teorie. Ebbene, l'agile saggio di cui parliamo oggi, scritto da due importanti docenti universitarie d'oltremanica, si assume proprio questo compito: spinge il lettore ad indagare con grande leggerezza (il che stupisce considerando l'origine accademica delle autrici) i 30 principali miti che nei secoli, e tutt'oggi, aleggiano intorno alla figura del Poeta.
Dalle questioni più filologiche (Mito 17 - Shakespeare scriveva da solo) a quelle più intimamente personali (Mito 10 - Shakespeare odiava sua moglie); dalle ipotesi di taglio contemporaneo (Mito 19 - Se Shakespeare scrivesse oggi, lo farebbe per il cinema) alle mere e pure curiosità (Mito 23 - Macbeth è iellato), fino alle grandi grandissime questioni che avvolgono, più o meno misteriosamente, la sua figura (Mito 30 - Shakespeare non ha scritto le opere di Shakespeare), si possono trovare spunti di riflessione davvero per tutti i gusti. Anche laddove le questioni messe in campo diventano più tecniche, il lettore meno avvezzo alle opere del bardo o alle teorie letterarie, trova agilmente il proprio modo per orientarsi.
Insomma, il libro rappresenta davvero uno strumento tecnico, ma soprattutto affidabile, che appassiona i neofiti ma va anche incontro alle esigenze dei più rodati cultori della materia. Ciò che emerge è difatti soprattutto la serietà scientifica che è alla base del saggio, non soltanto da parte delle scrittrici che si ritrovano a doversi districare nel magma indistinto delle teorie che inevitabilmente nei secoli si sono cumulate intorno a questa figura mitica (parimenti un discorso simile sussiste anche in Italia, ma non solo per la persona di Dante Alighieri) , ma anche del traduttore Pietro Ferrari, che a fronte dei numerosi riferimenti ai versi in metrica del bardo immortale, ha preferito rinunciare alle traduzioni più comuni e accreditate per darne una corrispondente versione metrica in italiano (con tutte le difficoltà che le teorie poetiche e retoriche di due diversi paesi comportano). Un assoluto punto di merito per una studiosa di letteratura come me.
Mito 22 - Le opere teatrali di Shakespeare sono senza tempo
[...] E forse è proprio l'interesse di Shakespeare per l'interiorità che spiega la vita delle sue opere al di là del tempo. La politica cambia, la posizione delle donne cambia, ma il cuore umano non cambia. Al centro di ogni opera teatrale di Shakespeare sta un essere umano. [...] Ci sono situazioni umane che non riguardano solo i monarchi e i principi. E ciò che è umano è una categoria senza tempo.