Ogni tanto la mia città , di solito così povera di grandi eventi culturali, riserva delle bellissime sorprese: una di queste è avvenuta giusto ieri pomeriggio quando lo scrittore Mario Vargas Llosa, premio Nobel per la letteratura nel 2010, ha ricevuto da parte dell'Università degli studi di Palermo una laurea ad honorem in Lingue e letterature dell'Occidente e dell'Oriente.
Prima di addentrarci nel resoconto di quanto è avvenuto ieri pomeriggio nella bellissima Aula Magna di Palazzo Steri a Palermo, ripercorrerò, in maniera veloce, la figura davvero magistrale di uno dei più grandi scrittori in lingua spagnola del nostro secolo.
Da allora tutti i suoi libri avranno una eco internazionale: La Casa verde, Conversazione nella "Catedral", Pantaleòn e le visitatrici, La zia Julia e lo scribacchino, La guerra della fine del mondo, Storia di Mayta, sono solo alcuni tra i suoi capolavori.
Il suo è un realismo che trae le radici dalla realtà latinoamericana delle sue origini, ma che si mescola a forti suggestioni maggiormente europee (tutt'ora lo scrittore ha la cittadinanza spagnola e risiede a Londra), allontanandosi così dai toni del realismo magico tanto diffusi tra i suoi conterranei in quegli anni, per aderire a una visione più truce del reale. Nel 2010 riceve il premio Nobel per la letteratura, divenendo il primo scrittore peruviano ad ottenere questo riconoscimento.
Capirete dunque i motivi che mi hanno spinto ieri ad assistere alla sua lectio magistralis dal titolo Riflessioni di uno scrittore